Overtourism, quando il turismo diventa insostenibile

Cos’è l’overoturism
Secondo la World Tourism Organization (UNWTO), l’agenzia dell’ONU responsabile del turismo, nel 2018 si sono registrati circa 1,4 miliardi di arrivi internazionali a fronte dei 25 milioni del 1950 e ai più recenti 903 milioni del 2007. Sempre secondo l’UNWTO, nel 2030 la quota di arrivi di turisti internazionali supererà la soglia degli 1,8 miliardi.

Questo gran numero di viaggiatori, ai quali vanno aggiunti coloro che restano all’interno dei confini nazionali, ha fatto sì che negli anni alcune località turistiche abbiano cominciato a soffrire della pressione causata dalla massiccia presenza di turisti.
Si è determinato la nascita di un nuovo fenomeno che riguarda tutte le tipologie di mete turistiche, dalle città d’arte alle località balneari e naturalistiche: l’overtourism.
L’overtourism è stato definito dalla World Tourism Organization come “l’impatto negativo che il turismo, all’interno di una destinazione o in parte di essa, ha sulla qualità di vita percepita dei residenti e/o sull’esperienza del visitatore”.
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Da questa definizione è facilmente deducibile come l’overtourism condizioni non solo la quotidianità dei residenti ma anche l’esperienza dei visitatori stessi che si ritrovano a condividere con più persone del dovuto delle risorse limitate, in primis lo spazio.
Un’altra definizione è stata data dalla Commissione per i trasporti e il turismo del Parlamento Europeo, che considera l’overtourism come “la situazione nella quale l’impatto del turismo, in un certo momento e in una certa località, eccede la soglia della capacità fisica, ecologica, sociale, economica, psicologica e/o politica”.
Il fenomeno dell’ overtourism, nonostante si sia sviluppato in questi ultimi 15/20 anni, in realtà ha origini un po più lontane, in particolare negli anni ’60, dove ha incominciato ad affermarsi con la nascita del famigerato turismo di massa.
Le cause
Secondo uno studio condotto dall’Università di Groningen (Paesi Bassi), sono 4 i fattori che hanno provocato questo fenomeno, che sono stati definiti “barriere dello sviluppo del turismo sostenibile”.
- La prima barriera è data dall’aver fatto prevalere gli interessi economici su quelli sociali e ambientali;
- La seconda barriera è stata definita la “tragedia dei beni comuni”, ossia un termine che sta ad indicare l’esaurimento di risorse che si verifica quando si è in presenza di un bene accessibile a chiunque;
- La terza barriera riguarda la cattiva gestione dei flussi turistici da parte delle amministrazioni locali, che secondo l’analisi fatta dall’università, si sono troppo concentrate sui fattori economici (in termini di arrivi e presenze) senza dare la giusta attenzione a quelli che sono i benefici economico- sociali della comunità;
- la quarta barriera, è data dalla mancata integrazione fra gli attori coinvolti nel settore, dove la frammentazione delle competenze in materia di turismo ha comportato ad adottare scarse strategie per quanto riguarda la promozione e la gestione di una destinazione turistica.
AirBnB : opportunità o minaccia per le nostre città ?
AirBnB è una piattaforma online nata nel 2008 dall’idea di 2 studenti americani, che per rientrare con le spese dell’affitto, decisero di offrire, dietro pagamento, un letto per dormire per i viaggiatori occasionali.
Nacque cosi il sito airbedandbreakfast.com, oggi meglio conosciuto come AirBnB, dove si mettevano in contatto gli “Hosts”, ossia coloro che erano disposti ad affittare i propri posti letto, con i “Guests” ossia coloro che invece erano allaricerca di un posto letto per la notte.
Uno dei primi vantaggi che ha offerto AirBnB è stato per gli Hosts quello di poter affittare posti letto e stanze per poter così arrotondare, mentre per i guests potevano alloggiare in stanze di appartamenti con prezzi decisamente esigui.
Nel corso degli anni AirBnB è cresciuto molto. Per gli hosts è diventato un vero e proprio business con la possibilità di trarre profitti molto alti.
Alla base del suo successo vi è la cosiddetta ricerca dell’autenticità, ossia il valore aggiunto di chi sceglie di cercare un alloggio tramite Airbnb sta nella conoscenza delle persone del luogo, grazie al pernottamento in quartieri residenziali fuori dai circuiti turistici, evitando quindi la tipica esperienza da turista di massa.
Paradossalmente AirBnB nacque come strumento per contrastare l’overtourism, invece poi, stando ad alcuni studi fatti da diverse associazioni di categoria, tra cui Federalberghi, si è rivelato il contrario.
Infatti, proprio Federalberghi, ha voluto far notare come AirBnB si sia trasformata arrivando ad avere sul suo sito oltre 6 milioni di annunci (di questi circa 400 mila in Italia), in più di 80 mila città presenti in 191 paesi del mondo.
Spesso però dietro la maggior parte degli annunci, si celano degli hosts che possiedono anche centinaia di appartamenti. Si tratta nella maggior parte dei casi di vere e proprie imprese che fanno degli affitti brevi il loro core business e non di cittadini privati che scelgono di sfruttare appartamenti sfitti.
Per di più, la maggioranza degli annunci riguardano case localizzate in grossi centri urbani e località turistiche “affermate”
Alcuni casi internazionali di overtourism: Il caso Barcellona
Sicuramente uno dei casi più famosi al mondo di overtourism è quello della città di Barcellona.
Il capoluogo catalano fino ai primi anni ’90 non era una meta turistica molto richiesta tant’è che nel 1990 si registrarono solo 1,7 milioni di arrivi.
La svolta avvenne nel 1992, in seguito ai giochi olimpici, che h l’hanno resa Barcellona una destinazione sempre più ricercata, fino a diventare un vero e proprio brand di successo.
Purtroppo, questo notevole incremento dei flussi turistici ha provocato nel lungo periodo grossi disagi ed effetti negativi, tra questi quello dell’Overtourism. Basti pensare che nel 2016 si è arrivato ad un picco di 9 milioni di arrivi, che devono poi essere sommati ai 30 milioni di visitatori annuali (quantità stimata) che affollano le vie della città.
Il caso Dubrovnik
Anche Dubrovnik, oggi una delle destinazioni turistiche più popolari del Mediterraneo, presenta grandi difficoltà nella gestione dei turisti: agli 1,2 milioni di turisti internazionali, si aggiungono 1,1 milioni di crocieristi, 4 milioni di presenze in circa 50 hotel e 3,000 appartamenti privati.
Certo, la fama della città ha portato ad una rapida crescita economica e ad un elevato tasso di occupazione: di 42,000 abitanti circa 10,000 sono impiegati nel settore dell’ospitalità.
Tra i fattori che hanno contribuito all’Overtourism di Dubrovnik, vi sono:
- l’elevato traffico crocieristico dove le navi da crociera hanno causato ingorghi, rifiuti e inquinamento. Circa i 2/3 dei passeggeri di una singola crociera (si parla di più o meno 9000 persone) effettuano una visita al centro storico. A questi vanno poi sommati tutti gli altri turisti ed escursionisti, mettendo così a serio rischio la capacità di carico fisica della città,stimata nel numero massimo di 8000 persone.
- Altro fattore è stato il cinema, Dubrovnik negli anni è stata scelta come location di famosi film e serie tv tra
Approdo del Re – Credits Croazia.info cui: Star Wars, Robin Hood, James Bond e Il Trono di Spade. Proprio in seguito alla produzione di quest’ultima serie televisiva, gli arrivi turistici sono aumentati del 38%, i pernottamenti del 29% e la vendita di biglietti d’ingresso presso le mure cittadine è aumentata del 37%.
Overtourism in Italia
In Italia quello dell’overtourism è un problema che purtroppo non riguarda solo le città d’arte come Roma, Venezia e Firenze ma interessa anche alcune note località marittime come ad esempio le famosissime Cinque Terre.
Le Cinque Terre
Le Cinque Terre sono 5 borghi che si estendono su una striscia di terra di 18 Km nel territorio ligure, che negli ultimi anni hanno visto una crescita del fenomeno turistico senza precedenti: dai 345 mila arrivi del 2010 si è arrivati ad un aumento di mezzo milione di arrivi nell’arco di 5 anni, con un incremento del 45%.
Purtroppo l’insufficiente numero di posti letto non riesce a soddisfare la crescente domanda turistica verso questa destinazione. A questo va aggiunto poi il numero di visitatori giornalieri ( circa 5000), conseguenza anche della presenza del porto crocieristico de La Spezia, che riceve ogni anni circa 200 navi.
In sostanza il numero esiguo di abitanti e la scarsa vastità territoriale delle Cinque Terre, provoca gli ormai noti effetti dell’overtourism:
- la crescente sostituzione di attività commerciali turistiche con quelle rivolte ai residenti
- la scarsità di acqua durante l’estate e il danneggiamento del territorio già di per sé a rischio idrogeologico.
il caso Venezia
In italia il caso più famoso di overoturism è quello che riguarda la città di Venezia.
Nel capoluogo veneto nel 2016 si sono registrate 10,5 milioni di presenze e 4 milioni di arrivi, di questi, il 70% si è concentrato nel centro storico, dove risiedono solo 53000 abitanti su un totale di 261000, rendendo questa zona della città praticamente invivibile.
A tutto ciò bisogna poi aggiungere tutti i flussi di turisti ed escursionisti giornalieri, che portano così il numero di visitatori totale a 24 milioni l’anno.
Tra le principali cause dell’overtourism in questa città, oltre allo sbarco continuo di crocieristi, come avviene anche a Barcellona e Dubrovnik, vi è anche il massiccio spopolamento della città.
In particolare il centro storico, dove sovraffollamento, inflazione e mancanza di disponibilità di case per residenti, ha portato ad un drastico calo della popolazione, si stima addirittura del 70% dagli anni ’50 ad oggi.
Infine a questi fattori bisogna aggiungere quella che viene definita la “Sindrome di Venezia”, ovvero quel fenomeno dove molte case un tempo appartenute agli abitanti della città, tra cui anche importanti dimore storiche, sono state in seguito trasformate in Hotel, Affittacamere, case vacanze, ecc.
In conclusione, quello dell’overtourism è un fenomeno che sta interessando molte mete turistiche andando ad incidere negativamente sulla qualità della vita, sia dal punto di vista ambientale che sociale.
Purtroppo non solo va a sconvolgere la quotidianità dei residenti, ma ha anche impatti negativi sulla qualità dell’esperienza turistica dei visitatori, creando così un pesante danno d’immagine sulla destinazione.
Se quello del turismo di massa è ormai un fenomeno conosciuto da svariati anni, quello dell’overtourism è più recente, perciò è necessario sin da subito adottare delle azione strategiche per contrastarlo, partendo dal seguire le raccomandazioni fornite dall’UNWTO fino all’elaborazione di piani strategici, di medio e lungo termine come ha fatto recentemente la città di Barcellona, per non farci trovare impreparati alle nuove sfide del futuro.
Fonti
- Hartman, S., Sijtsma, F. J. (2018). Sustainable Tourism in the Wadden Sea Region: key
mechanisms to overcome barriers to sustainability. - Inside Airbnb. (2017). Get the Data.
- Federalberghi. (2018). Turismo e shadow economy.
- Ajuntament de Barcelona. (2017). Barcelona Tourism for 2020 – A collective strategy for
sustainable tourism. - Città di Venezia, Project of territorial governance of tourism in Venice. 2017.
Panayiotopoulos A., Pisano C., Overtourism Dystopias and Socialist Utopias: Towards an Urban Armature for Dubrovnik. 2019.
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