La Pietra di Bismantova, gioiello naturale dell’Appennino reggiano
Da Monte del Purgatorio a meta turistica e location per eventi all’aperto nel cuore dell’Appennino reggiano.
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Dante Alighieri canta la Pietra di Bismantova
“Qui convien ch’uom voli” scrisse Dante riferendosi alla Pietra di Bismantova, celebre formazione rocciosa dell’Appenino Reggiano. L’asprezza delle sue pendici rocciose ispirò l’immaginazione di Dante: nel Canto IV della Divina Commedia, la Pietra di Bismantova è identificata come la Montagna del Purgatorio
Quest’ultimo rappresentava un luogo di penitenza e di sacrificio col fine ultimo di raggiungere la luce del Paradiso: la pietra, con il suo aspetto impervio e i suoi alti e ripidi versanti ben si prestava a raffigurare un luogo “scomodo”, che richiedeva la determinazione che solo un vero “fedele” può avere per aspirare al Giardino dell’Ede.Nient’altro che la sommità pianeggiante della Pietra.
Storicamente, Dante visitò di persona la Pietra di Bismantova probabilmente nel 1306, dimostrando come fosse un luogo ben noto già nel Medioevo.
Certamente la sua caratteristica forma non passò inosservata: sembra emergere tra le verdi colline come se fosse un’isola rocciosa e dalla sua sommità pianeggiante ci si può perdere nell’orizzonte ammirando le valli fino a perdita d’occhio.
Tuttavia, non si è capito se la Pietra assomigli al monte del Purgatorio o è il Monte del Purgatorio che assomiglia alla Pietra di Bismantova, ma possiamo senz’altro riconoscere un altro aspetto straordinario di questo luogo: il suo essere così speciale da assomigliare ad un’idea.
Il fascino che ancora oggi suscita questa vetta rocciosa si è mantenuto nei secoli, tanto da essere rappresentata da artisti e pittori che arricchirono il loro portfolio con sue illustrazioni: la più nota è quella di Gustavo Dorè risalente alla fine del 1800.
Insediamento di Popoli preistorici e Fortezza Matidlica
Gli scavi nei pressi della Pietra di Bismantova si susseguono in modo intermittente da oltre 200 anni rivelando il legame con l’uomo.Si sono rinvenuti reperti dell’Età del Rame, del Bronzo e di epoca etrusca: essi rilevano la presenza di scambi con territori distanti ed evidenziano come l’area fosse utilizzata sia confunzioni residenziali che
come necropoli. Tutti i reperti sono conservati presso i Miusei Civici di Reggio Emilia.
Castelnovo nè monti e l’attrazione verso la Pietra di Bismantova
Castelnovo né Monti possiamo definirlo il capoluogo dell’Appennino Reggiano e i suoi abitanti tendono a restare in paese anche nel tempo libero. Se per ragioni particolari, ad esempio per lavoro, amore o vita famigliare lo devono lasciare, state tranquilli che non sarà mai per sempre. Il ritorno tra le montagne per trascorrere tempo con le proprie origini è frequente!
Che sia forse anche l’attrazione fatale che la Pietra esercita sugli abitanti della cittadina appenninica?Credo che sia proprio una della motivazioni!
I castelnovesi hanno coniato l’espressione dialettale “al mal d’la Preda” (il male della Pietra): una sorta di “Mal d’Africa” nostrano, quella nostalgia, talvolta ossessiva, verso questa rupe cosi unica, tale da essere luogo di leggende magiche ed eventi soprannaturali.
Un altro elemento che unisce Castelnovo e la Pietra, è il grande legame con la Madonna del Latte collocata nel santuarioalle pendici della Pietra fin dal XV secolo.
In quel tempo erano tanti i devoti che salivano a piedi nudi in pellegrinaggio verso la “Madonnina”: da Castelnovo arrivavano all’Eremo attraverso l’antico sentiero per concludere il pellegrinaggio sulla sommità.
Al gir d’la Preda: a spasso tra suggestivi borghi e paesi
Alla base della Pietra, si snoda una specie di “Grande Raccordo Anulare” appenninico: “al gir d’la Preda” (che in dialetto reggiano significa “Il giro della Pietra”) è una strada asfaltata di circa 16 km che si snoda intorno alla Pietra di Bismantova e ne permette la visuale da ogni sua angolazione.
Partendo dal più importante centro abitato dell’Appennino Reggiano, Castelnovo ne’ Monti, si possono attraversare borghi e paesi caratteristici com Carnola , Ginepreto, Vologno, Maro, Casale, Campolungo.
Questi borghi rurali nascono in una fascia verdeggiante e boschiva: da sempre a vocazione agricola grazie al terreno fertile e all’esposizione al sole, vedevano il fulcro della loro economia nella produzione delle varie latterie disseminate nel territorio.
Oggi sempre per il buon clima e la posizione geografica stanno assumendo anche valore residenziale.
La visita alla Pietra, un must per il turismo appeninico
Ogni punto lungo i sentieri verso la Pietra ha un nome popolare: la grotta dell’eremita, l’orto del mandorlo, il sasso della bettola, la testa di cavallo, ognuno dei quali legato alle storie della Pietra, a testimonianza che è sempre stata un luogo amato dalla popolazione.
Quando l’attuale Piazzale Dante non c’era (dove oggi si può parcheggiare per poi salire sulla vetta!), la salita alla Pietra era una passeggiata attraverso le campagne della Bismantova; ancora oggi è il modo più affascinante per raggiungerla attraversando i borghi storici che si snodano intorno ad essa
In passato, le persone avevano meno possibilità di muoversi lontano da casa, ecco perché i castelnovesi consideravano la Pietra come un luogo di divertimento e di incontro oltre che di preghiera.
La Pietra è anche “famiglia”: il magnetismo verso di essa e l’abitudine a frequentarla si tramanda di generazione in generazione, anche se la maggiore comodità contemporanea, sta mettendo un po’ a rischio questa devozione.
Infatti, oggi le persone godono di mezzi e risorse per viaggiare, per cui la Pietra non è più l’unica destinazione di svago!
Oggi il legame tra Pietra e territorio si conserva grazie allo sport, alla cultura, agli eventi e al turismo.
Tutto l’anello di strada, “al gir d’la Preda” è molto apprezzato per escursioni in bicicletta, mountain bike e come percorso per passeggiate, nordic walking e soprattutto per la corsa.
Lungo questo anello c’è possibilità di parcheggio auto e si raggiungono l’area Bismantova e la sommità attraverso numerosi sentieri, alcuni dei quali ad anello, facili, ben accessibili e di diversa lunghezza, godendo via via di panorami e scorci sempre diversi.
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