Il turismo nei borghi più belli d’Italia


In Italia, tra le nuove tendenze degli ultimi anni c’è il turismo dei borghi, quello che permette di scoprire angoli segreti della nostra Penisola che hanno un carattere originale e un’atmosfera indimenticabile.
I dati confermano che il turismo dei borghi è davvero la nuova tendenza in fatto di viaggi: negli ultimi due anni, secondo uno studio elaborato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, questo turismo ha attirato a sé il 36% dei turisti. Questa tendenza è in voga perché si è capito come i borghi rappresentino dei veri e propri musei a cielo aperto. A visitare i borghi sembrano essere i giovani che hanno riscoperto uno stretto legame con la natura e le tradizioni italiane. A questo si aggiunge anche una riscoperta dei prodotti alimentari tipici dei paesi che riescono ad attirare numerosi turisti di ogni genere, dall’adulto interessato esclusivamente alle tradizioni culinarie, ai ragazzi che da una vacanza in località estere preferiscono un viaggio all’insegna dell’avventura e della scoperta delle proprie radici.
Sono 5.568 i Comuni italiani sotto dei 5.000 abitanti che possono rientrare nella categoria dei borghi (69,8% del totale).
A livello di capacità ricettiva, i borghi italiani possono contare su 51 mila esercizi ricettivi e quasi 1,4 milioni di posti letto, rispettivamente il 30,5% e il 27,9% del totale dell’offerta nazionale.
In termini di domanda turistica, secondo le stime del CST su dati ISTAT, sono 21,3 milioni gli arrivi di turisti e 89,5 milioni le presenze nei borghi italiani (rispettivamente il 18,6% e il 22,3% del totale nazionale), con una lieve prevalenza della componente nazionale della domanda (50,4%) rispetto a quella straniera (49,6%). A livello di stagionalità, le presenze nazionali nei borghi italiani si concentrano soprattutto nel mese di agosto (30% del totale), mentre i flussi stranieri risultano più equamente distribuiti durante l’intera stagione estiva.
I borghi più bell d’Italia
L’Associazione dei borghi più belli d’Italia è nata su impulso della Consulta del Turismo dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), con l’intento di contribuire a salvaguardare, conservare e rivitalizzare piccoli nuclei e Comuni, ma a volte anche singole frazioni, che, trovandosi al di fuori dei principali circuiti turistici, rischiano, nonostante il grande valore, di essere dimenticati con conseguente degrado, spopolamento e abbandono.
Al momento sono stati selezionati 307 borghi (tra più di 700 borghi) con procedimento di certificazione certificato ISO9001.
Promozione dell’Italia all’estero: alcuni esempi eccellenti
L’ente responsabile di promuovere e valorizzare l’immagine turistica dell’Italia all’estero è l’ENIT. In passato sono state attuate varie forme di promozione dell’offerta turistica italiana. Ricordiamone alcune di maggior successo:
- Gennaio 2017– l’allora Ministro dei Beni Culturali annuncia che quello sarà l’anno dedicato alla riscoperta dei Borghi. L’ENIT lancia la campagna social di promozione dei borghi e dell’Italia nascosta attraverso l’hastag #italianvillages, che su Twitter e Instagram ha raccolto finora 71,8 milioni di impression;
- Aprile 2017– campagna di promozione su tram e autobus di Bruxelles. Nel comunicato stampa che anticipa l’iniziativa, si legge “Immagini del nostro Paese sono visibili dal 18 aprile all’1 maggio sui lati di tram e autobus, mentre dal 25 aprile all’8 maggio appariranno sul retro degli autobus.”
- Maggio 2019– l’Enit “decora” la città londinese con una campagna massiva denominata “LIVE THE BEAUTY, YOU ARE IN ITALY”, diffusa in tutti gli aeroporti internazionali. Inoltre ben 170 taxi brandizzati “Italia”, rilasceranno ricevute fiscali con il logo dello Stivale. L’iniziativa è proseguita per 10 settimane
Libro Consigliato
In viaggio tra i borghi d’Italia. Il fascino di 92 luoghi preziosi incastonati tra tutte le regioni, narrati da chi li vive e li ama di Petroni Andrea
Esperienza personale: Il borgo medievale di Grazzano Visconti
Quando decisi di riprendere a scrivere articoli su AppuntiTurismo, dopo la pausa natalizia, non ho avuto dubbi: avrei raccontato della mia esperienza presso il Borgo di Grazzano Visconti, nel piacentino, ove ho avuto il piacere di passare il Natale insieme ai miei cari.
È iniziato tutto per caso: invece di passare il Natale in casa a cucinare per ore, abbiamo deciso di organizzare una gita fuori porta (non troppo distante da Milano) per visitare una cittadina nuova e staccare dal traffico quotidiano. Ed ecco, inizio a fare ricerche in rete, alla ricerca di un posto esclusivo e tranquillo nello stesso tempo.
Da diversi anni, i miei amici mi parlano di questo borgo medievale, che nel periodo natalizio si trasforma in un luogo extra suggestivo per via delle luci, i piccoli sentieri, le case in pietra.
Un posto incantevole, dimenticato dal mondo, dove il tempo è scandito dai rintocchi di una campana medievale e all’ora del tramonto il sole che si specchia nelle case in pietra regala un fascino unico. Quella che si trova è un’atmosfera nuova, illuminata dalle luci degli alberi, resa armoniosa dalle musiche dei canti della tradizione e calda dai sorrisi delle persone che si sono unite per ravvivare un borgo che non smette di suscitare emozioni e affascinare i turisti.
Visitare il piccolo borgo medioevale durante le feste natalizie è come entrare in un mondo fatato. Ciò che stupisce, parlando con i commercianti del luogo, è come un piccolo borgo di soli 180 abitanti riesca ad accogliere, ogni anno, migliaia di visitatori durante le festività natalizie e pasquali.
Tra le attrazioni, il Museo delle Cere e il Museo delle Torture (il prezzo di 5€/persona ma per famiglie l’ingresso è ridotto a 3€ per nucleo familiare composto da almeno due adulti e un ragazzo).
Iniziative a sostegno dei borghi dimenticati
Grazzano Visconti, splendido borgo alle porte di Piacenza, conta 180 abitanti. Ciò la dice lunga sullo spopolamento di alcuni Comuni italiani. Sono frequenti le notizie, apparentemente stravaganti, relative ai piccoli comuni italiani, che si mettono in vendita.
Il fenomeno dello spopolamento dei comuni italiani è in crescita e non sembra suscitare un’attenzione adeguata. Una rilevazione ANCI su dati ISTAT ci informa che dal 1971 al 2015 sono stati 115, i centri che hanno registrato un tasso di spopolamento che supera il 60% e tanti paesi hanno perso più della metà dei propri abitanti.
La maggior parte di questi comuni sitrovano prevalentemente sull’appennino centrale. Le conseguenze per chi resta possono essere pesanti: le scuole chiudono, gli uffici postali aprono solo pochi giorni a settimana, gli ospedali diventano sempre più lontani, e peggio ancora s’innesca un processo a catena difficile da arrestare, per cui la carenza dei servizi diventa una ragione in più per andare via. In questo modo alcuni comuni sono diventati ormai quasi dei borghi fantasma.
“C’è un’Italia minore per dimensioni, che lotta per non sparire. Un mondo poco noto, il mondo di un’Italia rurale che non trova spazi nelle politiche né italiane né comunitarie. Un’Italia che sta sparendo, ma se sparisce quest’Italia – avverte Massimo Castello, delegato Anci per i piccoli comuni – sparisce il senso della nazione».
Per questo motivo, nell’ultimo decennio, abbiamo assistito a numerose, quanto singolari, iniziative dei Sindaci per combattere il fenomeno dello spopolamento, come gli affitti delle case a partire da 1€ oppure un vitalizio mensile di € 300,00 a chiunque si trasferisca in questi borghi con l’intento di mettere radici stabili.
L’idea lanciata per la prima volta da Vittorio Sgarbi nel 2010 a Salemi è stata copiata poi da altri primi cittadini. E ha fatto il giro del mondo grazie a un video della Cnn che parlava di questa incredibile opportunità, facendo riferimento specificamente al caso del borgo siciliano di Sambuca.
Per alcuni comuni questa iniziativa sta avendo molto successo: sia in Sicilia che in Sardegna alcuni paesini hanno visto arrivare moltissime proposte di acquisto. L’unico neo? Si tratta nella gran parte di acquirenti stranieri, che quindi potrebbero avere interesse a utilizzare queste case come luogo di vacanza occasionale o come struttura turistica, non come abitazione.
Ecco l’esempio di Locana, piccolo borgo piemontese
Non necessariamente, dunque, le vendite rappresenteranno una possibilità di ripopolamento del posto, con l’insediamento di nuovi abitanti. Ma anche così, per i piccoli comuni potrebbe essere un’occasione unica di monetizzazione, rivalutazione e messa in sicurezza del patrimonio edilizio.
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